- HOPE!

A causa dell’attuale emergenza globale ci stiamo concentrando sulla nostra attività online.

Per seguire la mostra virtuale in corso HOPE! seguite il nostro profilo Instagram @beatriceburatianderson

I tempi sono difficili, ma interessanti…

Eleviamo lo spirito, con amore e compassione,

e apriamoci al futuro.

Servire l’arte è servire l’umanità!

 

 

 

HOPE! è il frutto della risposta dei nostri artisti alla richiesta di distillare la loro intima esperienza durante il periodo di lockdown, offrendo un’opera, un breve video e una frase, come veicoli del loro personale senso di speranza.

 

Dal 9 aprile 2020 al 9 maggio 2020 su Instagram e a seguire sul nostro website

Opere

Quaderno di un’isola -

an island floats in the ocean. but the sea has no border / un’isola fluttua nell’oceano. ma il mare non ha limite -

The Kiss We Didn’t Have / Il bacio che non abbiamo avuto -

“Comme la vie est lente Et comme l’expérience est violente” di G. Apollinaire -

“Ritratto” di Vincenzo Cardarelli -

Laguna serra -

From left to right… from wet to dry / Da sinistra a destra… dal bagnato all’asciutto -

Hope / Speranza -

Inviolability of the female body (Inviolabilità del corpo femminile) -

A vision of hope / Una visione di speranza -

Rimani lungo ogni istante della fioritura -

Elevation 2 -

Intervista – About Sensing the Waves, 2016 -

da “SupraSensitivity in Architecture”, 2016 -

Uscita #4 – Lista: letti nei quali ti ho desiderato -

L’argomento principale esaudisce Il secondo argomento volteggia -

Uscita n. 12 -

Un suono sospeso nello spazio -

Poto una rosa abbandonata per ridare speranza alla sua ripresa -

Nella logica della trasformazione delle cose l’aria oggi sembra un suono sospeso nello spazio -

Uomo che ascolta il fiore -

L’ora che ai marinai intenerisce il core -

E il veliero va -

Under the sky / Sotto un cielo -

…e se quel che non sappiamo fosse bello, interessante, liberatorio? -

ARTISTI

Ilaria Abbiento

Ilaria Abbiento è un’artista visiva partenopea.
La sua pratica artistica, da molti anni dedicata al tema del mare, è costellata da immagine e materia e percorre itinerari cartografici immaginari volti a un’indagine poetica del suo oceano interiore.
Ha intrapreso un percorso di ricerca di fotografia d’autore in seguito all’incontro con il maestro Antonio Biasiucci e il suo LAB\per un laboratorio irregolare”.

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Andrew Huston

Andrew Huston, nato in Regno Unito, è un artista Americano/Australiano/Inglese. Dopo vent’anni a New York, dove ha avuto uno studio a Greenpoint, Brooklyn, si è trasferito a Venezia, in Italia, nel 2017 dove attualmente vive e lavora.
Huston ha completato la sua laurea triennale alla Parson School of Design,
Parigi, Francia, e ha ottenuto la laurea magistrale in Pittura al Sydney College of Art a Sydney, in Australia.

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Anita Sieff

Il terreno della sua indagine è amore come sentimento da scoprire, come motivazione ad agire e nella sua implicazione di impegno del genere umano ad evolversi in termini di coscienza. E’ l’andare oltre se stessi per incontrare l’altro, che crea la relazione. La relazione è dunque lo spazio comune, quel laboratorio dove, senza perdere la nostra identità, aspiriamo alla comunione.

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Francesco Candeloro

Francesco Candeloro nasce nel 1974 a Venezia, città dove avviene la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti e in cui attualmente vive e lavora.
L’artista pone al nucleo della sua personalissima ricerca le dimensioni della luce e del colore che, insieme a forma e segno, proporzione, ritmo e movimento, costituiscono chiavi di lettura per approfondire dinamiche temporali e spaziali. Per Candeloro infatti “l’arte è una visione del tempo”, visione che l’artista traduce nelle trasparenze del plexiglas colorato, materiale elettivo e congeniale impiegato nei diversi tipi di opere in cui si articola la sua produzione.

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Margherita Morgantin

Margherita Morgantin è nata a Venezia nel 1971, si è laureata in Architettura presso lo I.U.A.V., dipartimento di Fisica Tecnica, studiando metodi di previsione della luce naturale. Ha seguito il corso superiore di Arti Visive alla Fondazione Ratti di Como nel 2001. Il suo lavoro si articola in linguaggi diversi che spaziano dal disegno alla performance. Ha pubblicato un libro di testi brevi e disegni: Titolo variabile, Quodlibet, Macerata 2009; Agenti autonomi e sistemi multiagente, con michele Di Stefano, Quodlibet, 2012; Wittgenstein, disegni sulla certezza, Nottetempo 2016. Ha partecipato a mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Vive a Milano. Insegna Anatomia artistica all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila.

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Maurice Nio

Maurice Nio (1959) si è laureato nel 1988 presso la Facoltà di Architettura della University of Technology di Delft con il progetto per una villa per Michael Jackson, il più singolare progetto di tesi di quell’anno. Tale progetto è stato di vitale importanza per la formazione del suo modo di lavorare ibrido. Attraverso un misto di processi mentali al tempo stesso mitologici e pragmatici, di strategie di lavoro  criptiche e allo stesso tempo completamente trasparenti, ha realizzato progetti con BDG Architekten Ingenieurs (1991-1996), come ad esempio l’enorme inceneritore di rifiuti aviTwente. Dal 2000 opera con il proprio studio NIO architecten (www.nio.nl).

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Mauro Pipani

Mauro Pipani vive e lavora a Cesena e Verona. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna con Pompilio Mandelli (1976), da tre decenni svolge la sua attività artistica attraversando pittura, fotografia e progettazione. Ha all’attivo decine di mostre personali e collettive di rilievo nazionale ed internazionali ed è presente nel circuito dell’Arte con gallerie di riferimento. Esordisce nel 1972 con il collettivo “la Comune” gruppo di giovani artisti diretto da Dario Fo. È tra i fondatori del collettivo di via delle Biscie, che agisce in uno spazio, Villa Enrica, affidato in gestione dal comune di Bologna, e che nel 1973 si presenta alla Libreria Feltrinelli di Bologna. Gli esponenti del gruppo, giovanissimi e socialmente impegnati, affrontano le prime e ancora acerbe sperimentazioni, ma subito si fanno notare: nello stesso anno partecipano al prestigioso Premio Suzzara e ottengono l’interessamento di Mario De Micheli, che nel 1975 presenta una mostra del collettivo alla Galleria comunale Galvani di Bologna. Negli stessi anni è fondamentale anche la frequentazione del gruppo letterario e poetico raccolto intorno alla rivista “Sul porto”, fondata dai poeti Ferruccio Benzoni, Stefano Simoncelli e Walter Valeri. Grazie a questi legami entra in contatto con figure come il maturo Alfonso Gatto, grande trait-d’union tra cultura letteraria e arti visive, Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini, Dario Bellezza e soprattutto Dario Fo: è di questo tempo la sua collaborazione alla Comune nella stagione concitata della Palazzina Liberty.

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Nataliya Chernakova

La pratica sfaccettata di Chernakova traccia raffronti tra la cultura preistorica, rinascimentale, contemporanea e post-Internet e i suoi oggetti di culto. Le connessioni che delinea sono basate sulla ricerca di forme d’arte come strumenti per la manipolazione della folla, l’evoluzione della percezione e il confine tra kitsch e belle arti.

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Pawel und Pavel

Pawel und Pavel sono alter ego possibili, e sempre variabili, dei loro autori, il nome è ispirato dall’artista polacco Pawel Althamer.
Pawel und Pavel si definiscono scenografi della mente, e lavorano con l’obiettivo di sviluppare situazioni e strategie per oggetti separati dal loro contesto comunitario. Il loro operare si declina essenzialmente in una pratica performativa collettiva minima e non effimera. Tropici, all’Angelo Mai altrove occupato, a Roma nel novembre 2013, ha accolto la loro prima apparizione pubblica.

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Giovanni Rizzoli

Giovanni Rizzoli è nato Venezia nel 1963; ha frequentato le scuole a Venezia fino al primo anno di liceo classico, a partire dai 14 anni ha trascorso l’adolescenza tra il Canada e la Svizzera. Tra il 1984 e il 1985 ha frequentato il Works of Art Course di Sotheby’s a Londra, l’Architectural Association e la City and Guilds di Londra tra il 1985 e il 1987. Nel 1988 ha seguito un corso di pittura giapponese tradizionale a New York, città che lo ha fatto entrare in contatto con artisti tra i quali Not Vital, Saint Calir Cemin, Salvatore Scarpitta e Louise Bourgeois, a cui Rizzoli è stato legato da un lungo sodalizio. In seguito si è laureato in Storia dell’Arte Medioevale all’Università Ca’ Foscari in Venezia e ha insegnato presso la New York University nelle sedi di Venezia e New York.

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Tristano di Robilant

Tristano di Robilant nato a Londra nel 1964 è cresciuto tra l’Italia e l’Inghilterra. Si è Laureato presso la University of California Santa Cruz, dove ha seguito le lezioni del critico e storico dell’architettura Reyner Banham (1922- 1988), subendone l’influsso.
La sua prima mostra personale si è tenuta alla Holly Solomon Gallery di New York. In seguito l’artista ha collaborato con il gallerista e curatore Lance Fung a una serie di sculture Domestic Temples, oggi parte della Sol Lewitt collection.
Le sue opere sono state esibite in numerose occasioni sia in Europa che negli Stati Uniti; tra le altre si ricordano la galleria Annina Nosei e The National Exemplar Gallery di New York, la Galleria Bonomo di Roma e Bari, e le gallerie Faggionato e Tristan Hoare di Londra.

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