- Artisti rappresentati

Andrew Huston

Andrew Huston, nato in Regno Unito, è un artista Americano/Australiano/Inglese. Dopo vent’anni a New York, dove ha avuto uno studio a Greenpoint, Brooklyn, si è trasferito a Venezia, in Italia, nel 2017 dove attualmente vive e lavora.
Huston ha completato la sua laurea triennale alla Parson School of Design,
Parigi, Francia, e ha ottenuto la laurea magistrale in Pittura al Sydney College of Art a Sydney, in Australia.

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Anita Sieff

Il terreno della sua indagine è amore come sentimento da scoprire, come motivazione ad agire e nella sua implicazione di impegno del genere umano ad evolversi in termini di coscienza. E’ l’andare oltre se stessi per incontrare l’altro, che crea la relazione. La relazione è dunque lo spazio comune, quel laboratorio dove, senza perdere la nostra identità, aspiriamo alla comunione.

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Ciriaco Campus

La sua ricerca si caratterizza negli anni 80 per la forte presenzialità affermativa della materia, rappresentata nella doppia veste del suo “esserci”, nella sua immanenza e del suo rimando a “pensarsi” in chiave simbolica. Dagli anni novanta il lavoro di Campus si definisce compiutamente intorno ai temi sociali, della serialità, della messa in scena, del vero/falso, utilizzando i dispositivi della comunicazione.

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Emilio Fantin

Emilio Fantin pone le condizioni per un confronto dialettico tra saperi diversi. Crea spazi e situazioni in cui invita a condividere l’area non geografica del sonno e del sogno, un’area in cui si generano intense dinamiche di scambio, alla ricerca di quei legami speciali e nascosti che animano la vita di una comunità. Fantin estende la sua indagine al coma, condizione dove maggiormente sembra echeggiare la presenza di una coscienza diffusa e impersonale. Quest’ultima, che si conforma in diversi stati generando continue epifanie, è il fulcro deIla sua poetica. Strettamente legato al tema della coscienza vi è quello dell’immaginazione che approfondisce attraverso pratiche di improvvisazione interiore, che riverberano nell’idea di un’estetica del non percepibile.
Delle sue ricerche artistiche, Emilio Fantin cura in particolare l’aspetto pedagogico; pone grande attenzione al dialogo che si esprime come Arte della Conversazione e al concetto di Comunità Invisibile, dove gli aspetti poetici e evocativi del vivere sociale diventano pratica quotidiana. Oltre a vari seminari e workshop in istituzioni e musei d’arte internazionali, ha tenuto un laboratorio su arte e architettura negli spazi pubblici al Politecnico di Milano (2005-2015}.

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Andrea Fogli

Andrea Fogli è nato a Roma il 25 dicembre 1959. Ha seguito studi classici e nel 1983 si è laureato in Filosofia all’Università “La Sapienza” con una tesi sulla filosofia dell’arte di Alberto Savinio. Inizia ad esporre nel 1985 con la Galleria Ugo Ferranti di Roma con cui ha lavorato per oltre ventanni.

Ha tenuto mostre personali Rupertinum-Museum Moderner Kunst di Salisburgo (2000), alla Galleria d’Arte Moderna di Bologna (2002), entrambe a cura di Peter Weiermair, e nel 2006, su invito di Jan Hoet, al MARTA di Herford in Germania. Nel 2013 una sua ampia antologia di opere è stata esposta al Casino dei Principi, Musei di Villa Torlonia a Roma, a cura di Claudia Terenzi. Nel 2019 ha raccolto le opere ispirate al dialogo con la natura, tra cui i disegni dell’Erbario Planetario, al MLAC di Lissone nella mostra peronale ”Effemeridi del Giardino” a cura di Aberto Zanchetta. Nel 2023 ha presentato l’intero ciclo del “Diario delle 365 figure”(2019/2022) al Napoli al Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina in una mostra  curata da Marta Ragozzino.

Tra le principali mostre collettive degli ultimi anni, Eretici Arte e vita al MART di Rovereto curata da Denis Isaia (2022/23), e Disturbing Narrativies, Parkview Museum di Singapore (2019/20), Intriguing Uncertainties, Musée d’Art Moderne di Saint-Etienne (2016) e Parkview Museum di Pechino (2018/19), tutte mostre curate da Lorand Hegyi. Nel 2013 ha esposto al MACRO di Roma nella mostra Ritratto di una città. Arte a Roma 1960-2001 e in Belgio a Middle Gate Geel ‘13, l’ultima grande mostra curata da Jan Hoet.

Sue opere sono presenti nelle Collezioni di vari Musei italiani ed europei: MART, Rovereto; Galleria d’Arte Moderna, Bologna; MARTA, Herford;  MACRO, Roma; Ursula Blickle Stiftung, Kraicthal; Parkview Museum, Pechino/Singapore.

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Francesco Candeloro

Francesco Candeloro nasce nel 1974 a Venezia, città dove avviene la sua formazione presso l’Accademia di Belle Arti e in cui attualmente vive e lavora.
L’artista pone al nucleo della sua personalissima ricerca le dimensioni della luce e del colore che, insieme a forma e segno, proporzione, ritmo e movimento, costituiscono chiavi di lettura per approfondire dinamiche temporali e spaziali. Per Candeloro infatti “l’arte è una visione del tempo”, visione che l’artista traduce nelle trasparenze del plexiglas colorato, materiale elettivo e congeniale impiegato nei diversi tipi di opere in cui si articola la sua produzione.

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Margherita Morgantin

Margherita Morgantin è nata a Venezia nel 1971, si è laureata in Architettura presso lo I.U.A.V., dipartimento di Fisica Tecnica, studiando metodi di previsione della luce naturale. Ha seguito il corso superiore di Arti Visive alla Fondazione Ratti di Como nel 2001. Il suo lavoro si articola in linguaggi diversi che spaziano dal disegno alla performance. Ha pubblicato un libro di testi brevi e disegni: Titolo variabile, Quodlibet, Macerata 2009; Agenti autonomi e sistemi multiagente, con michele Di Stefano, Quodlibet, 2012; Wittgenstein, disegni sulla certezza, Nottetempo 2016. Ha partecipato a mostre d’arte contemporanea in Italia e all’estero. Vive a Milano. Insegna Anatomia artistica all’Accademia di Belle Arti di L’Aquila.

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Marta Sforni

Marta Sforni (Milano, 1966) vive e lavora a Berlino e Venezia.
La sua ricerca pluridecennale affonda le radici nel grande periodo delle nature morte fiamminghe, nella dedizione alla resa della trasparenza in pittura, restituendo un’inattesa dignità anche al frammento di vetro sopravvissuto al passato, in un’attenzione costante e sensibile alla bellezza che sopravvive al tempo.

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Maurice Nio

Maurice Nio (1959) si è laureato nel 1988 presso la Facoltà di Architettura della University of Technology di Delft con il progetto per una villa per Michael Jackson, il più singolare progetto di tesi di quell’anno. Tale progetto è stato di vitale importanza per la formazione del suo modo di lavorare ibrido. Attraverso un misto di processi mentali al tempo stesso mitologici e pragmatici, di strategie di lavoro  criptiche e allo stesso tempo completamente trasparenti, ha realizzato progetti con BDG Architekten Ingenieurs (1991-1996), come ad esempio l’enorme inceneritore di rifiuti aviTwente. Dal 2000 opera con il proprio studio NIO architecten (www.nio.nl).

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Mauro Pipani

Mauro Pipani vive e lavora a Cesena e Verona. Dopo gli studi all’Accademia di Belle Arti di Bologna con Pompilio Mandelli (1976), da tre decenni svolge la sua attività artistica attraversando pittura, fotografia e progettazione. Ha all’attivo decine di mostre personali e collettive di rilievo nazionale ed internazionali ed è presente nel circuito dell’Arte con gallerie di riferimento. Esordisce nel 1972 con il collettivo “la Comune” gruppo di giovani artisti diretto da Dario Fo. È tra i fondatori del collettivo di via delle Biscie, che agisce in uno spazio, Villa Enrica, affidato in gestione dal comune di Bologna, e che nel 1973 si presenta alla Libreria Feltrinelli di Bologna. Gli esponenti del gruppo, giovanissimi e socialmente impegnati, affrontano le prime e ancora acerbe sperimentazioni, ma subito si fanno notare: nello stesso anno partecipano al prestigioso Premio Suzzara e ottengono l’interessamento di Mario De Micheli, che nel 1975 presenta una mostra del collettivo alla Galleria comunale Galvani di Bologna. Negli stessi anni è fondamentale anche la frequentazione del gruppo letterario e poetico raccolto intorno alla rivista “Sul porto”, fondata dai poeti Ferruccio Benzoni, Stefano Simoncelli e Walter Valeri. Grazie a questi legami entra in contatto con figure come il maturo Alfonso Gatto, grande trait-d’union tra cultura letteraria e arti visive, Franco Fortini, Pier Paolo Pasolini, Dario Bellezza e soprattutto Dario Fo: è di questo tempo la sua collaborazione alla Comune nella stagione concitata della Palazzina Liberty.

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Nataliya Chernakova

La pratica sfaccettata di Chernakova traccia raffronti tra la cultura preistorica, rinascimentale, contemporanea e post-Internet e i suoi oggetti di culto. Le connessioni che delinea sono basate sulla ricerca di forme d’arte come strumenti per la manipolazione della folla, l’evoluzione della percezione e il confine tra kitsch e belle arti.

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Francesca Romana Pinzari

Francesca Romana Pinzari, nata a Perth (Australia), vive e lavora a Roma. Lavora con video, installazioni, performance, scultura e pittura. La sua ricerca parte dal corpo per parlare d’identità fisica, culturale, politica e religiosa. Concetti come la violenza domestica, diversity e radici culturali vengono affrontati con un approccio di stampo performativo che porta l’artista alla realizzazione anche di manufatti scultorei, pittorici o installativi di diversa natura a seconda del progetto espositivo.

Nei suoi ultimi lavori l’artista ha unito delle pratiche spirituali di crescita personale all’arte per avvicinare il fruitore ad un benessere psicofisico che deriva dalla conoscenza di se stesso e alla ricerca dell’unione tra spirito e
materia.

Espone in numerose gallerie e musei tra i quali: i Musei di Kajaani, Kokkola e Kotka in Finlandia e il Kunsthalle di Bratislava in occasione della mostra Transition of Energy , Palazzo Penna a Perugia per “Tempo Liberato”, curata e ideata da lei stessa, il Museo Galeria Miejska BWA Bydgoszcz in Polonia durante la Performance Night, il MACRO Testaccio Roma per la mostra Catarifrangenze, il Kunstquartier Bethanien Museum di Berlino nell’ambito di una project room di 24h creata in occasione della mostra Arty Party e il Museo di Arte Contemporanea di San Paolo in Brasile per la mostra di arte italiana ALEM, Palazzo Ducale di Gubbio e Villa Croce a Genova per la mostra Visibilia, al 67 Gallery a New York, all’open studio della SVA a New York tramite il premio giovani artisti del comune di Roma.

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Shay Frisch

Shay Frisch è nato a Petach-Tikva, in Israele, e oggi vive e lavora a Roma. L’opera di Frisch indaga il tema dell’energia attraverso opere che sfruttano il passaggio dell’elettricità per generare un campo elettromagnetico che permea lo spazio circostante. Frisch costruisce i suoi campi elettrici mediante l’assemblaggio sequenziale di adattatori elettrici di uso comune; conduttori di corrente elettrica imbrigliati all’interno di ripetizioni modulari e trasformati dall’elettricità in una materia viva, pulsante.

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Tristano di Robilant

Tristano di Robilant nato a Londra nel 1964 è cresciuto tra l’Italia e l’Inghilterra. Si è Laureato presso la University of California Santa Cruz, dove ha seguito le lezioni del critico e storico dell’architettura Reyner Banham (1922- 1988), subendone l’influsso.
La sua prima mostra personale si è tenuta alla Holly Solomon Gallery di New York. In seguito l’artista ha collaborato con il gallerista e curatore Lance Fung a una serie di sculture Domestic Temples, oggi parte della Sol Lewitt collection.
Le sue opere sono state esibite in numerose occasioni sia in Europa che negli Stati Uniti; tra le altre si ricordano la galleria Annina Nosei e The National Exemplar Gallery di New York, la Galleria Bonomo di Roma e Bari, e le gallerie Faggionato e Tristan Hoare di Londra.

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